Racconti…amoci in breve
Fiaba in quattro parti
(precedenti in categorie:
raccontiamoci o in fiabe)
Riepilogo
delle parti precedenti
Un
barcone con ottanta persone parte dalla darsena Marianello di Licata per
raggiungere Milano marittima. A Messina c’era ressa per salire sul barcone e
solo due persone ci riescono. Un certo Bisio e la sua compagna Incontrada. Il
viaggio prosegue fra conversazioni allegre e scherzose. Superato il parco del
Gargano, all’altezza delle isole Tremiti, nel mare Adriatico, uno degli
scafisti si rivolse ai passeggeri per cercare un chitarrista. Né trovò uno e si
misero a cantare. Nessuno protestò, perché il tizio aveva un’ampia scorta di
uomini vestiti di verde, i quali si misero a raccogliere offerte libere di
almeno euro 100.
Lì
per lì, allo scafista gli venne l’idea, a suo dire grandiosa, di creare un
partito. Si mise così a reclutare volontari per il suo governo e ne racimolò
diversi.
Ci fu un minuto di
raccoglimento per capire cosa stesse succedendo … e quel minuto bastò per tentare
di riflettere sul nostro destino per gli anni futuri. Ma nessuno ci capì nulla.
Fu in quel momento che
il falso barbone Bisio, il capellone, il rivoluzionario, il sessantottino …
colse l’occasione per ritagliarsi uno spazio.
“Statemi a sentire,
amici miei …”, disse. “Lasciate stare la politica. Siccome che io sono uno
spettacolo nello spettacolo … se mi date 500 € a testa vi organizzo uno
spettacolo esilarante e vi preparo un incontro con le persone giuste …”.
Non finì di parlare
che si ritrovò lanciato per aria e come un missile stava precipitando in acqua.
E si, perché quel viaggio stava diventando costoso. 3.000 € a testa li avevamo
dati allo scafista per il traghettamento. Altri 500 € allo scafista per le
canzoni, che a gentile richiesta, aveva cantato insieme a quel chitarrista
improvvisato! Adesso si presentava pure questo finto barbone che voleva altri
500 €. Ma insomma … con trenItalia, forse si risparmiava qualcosa!
Mentre il Bisio era in
volo con atterraggio garantito in acqua, precisò che i soldi servivano per
pagare il proprietario di un programma televisivo da ridere.
In una frazione di
secondo, successe l’incredibile.
Bisio stava toccando
l’acqua, intanto che un acuto squarciava il silenzio. Era l’amichetta segreta
del barbone, del finto barbone sessantottino; era l’amichetta ‘Incontrada’ per
caso, che reclamava il suo manico di scopa. Nel mentre lo scafista percepì che
il programma televisivo da ridere era il suo, dove chi si esibiva pagava fior
di euro … e volse lo sguardo verso il Bisio e gli disse, “Torna da me!”.
Bastarono quelle poche
parole e lo sguardo intenso di Silvio … e il barbone comunista, non si capì
come né il perché, si mise a camminare sull’acqua.
E mentre si avvicinava
alla barca, Silvio gli precisò: “Attento … solo per questa volta! Bada che
siamo pochi gli eletti che possiamo camminare sulle acque …”
In quel momento Bondi
si genuflesse e si segnò tre volte. Era avvenuto il miracolo!
E intanto che io mi
alzai in piedi sulla barca e mi misi a gridare: “Silvio, voglio venire anch’io con
te, portami con te”, mi sentii battere sulla spalla … mi girai, ma non avevo
nessuno accanto.
Continuai ad urlare
per attirare l’attenzione di Silvio, lo scafista. Ero in fondo. Forse non mi
sentiva. Alzai la voce. ”Silvio”, gli dissi, “perché non mi ascolti? Forse non
son degno di partecipare alla tua mensa? Silvio, dì soltanto una parola …”
Niente, non mi ascoltava … evidentemente non ero degno o forse non mi sentiva
proprio.
“Amore … amore … per
favore …!”
Ha parlato, urlai, ma …
perché mi dice amore? Un momento … allora non è stato lui…
Ma qualcuno continuava
a battermi con la mano sulla spalla …
“Amore … per favore,
non urlare …”
Aprii gli occhi … Era
la mia adorata moglie che mi stava accanto. Com’era possibile? … e tutti e due eravamo
in piedi su un letto. Ma … era il nostro letto matrimoniale. Cosa ci facevamo
in piedi sul letto?
La guardai minaccioso.
Mi guardò minacciosa. Mi precisò che erano le tre di notte … la gente a
quell’ora forse … dormiva, e anche lei voleva dormire.
“E Silvio dov’è?” le
chiesi incazzato al massimo.
“Silvio?… Silvio chi?”
urlò come una ossessa … con gli occhi sgranati per il mancato sonno.
“Come Silvio chi?
Silvio lo scafista, il proprietario del programma televisivo da ridere. Quello
dei 3.000 €. Eravamo sulla sua barca … stavamo andando a Milano marittima.”
Mi guardò sorpresa. Si
addolcì improvvisamente. Mi fece una carezza amorevole sul viso.
“Adesso dormi amore
mio, mi disse, e se ti addormenti subito vedrai che lo raggiungi … perché sarà
fermo al porto che ti sta aspettando.
Sante parole! Cuore di
moglie … e di mamma. Ne sanno sempre una più dei mariti.
Aveva ragione lei.
Aveva proprio ragione lei.
Mi accoccolai. Lei mi
rimboccò le coperte … spense le luci.
Io avevo da
raggiungere il Silvio lo scafista. Con lui non c’è mai da perdere.
Fine
Nessun commento:
Posta un commento