martedì 22 gennaio 2013

lo scafista

ultima parte
Racconti…amoci in breve
Fiaba in quattro parti
(precedenti in categorie: raccontiamoci o in fiabe)
Riepilogo delle parti precedenti
Un barcone con ottanta persone parte dalla darsena Marianello di Licata per raggiungere Milano marittima. A Messina c’era ressa per salire sul barcone e solo due persone ci riescono. Un certo Bisio e la sua compagna Incontrada. Il viaggio prosegue fra conversazioni allegre e scherzose. Superato il parco del Gargano, all’altezza delle isole Tremiti, nel mare Adriatico, uno degli scafisti si rivolse ai passeggeri per cercare un chitarrista. Né trovò uno e si misero a cantare. Nessuno protestò, perché il tizio aveva un’ampia scorta di uomini vestiti di verde, i quali si misero a raccogliere offerte libere di almeno euro 100.
Lì per lì, allo scafista gli venne l’idea, a suo dire grandiosa, di creare un partito. Si mise così a reclutare volontari per il suo governo e ne racimolò diversi.
Lo scafista. Ultima parte
Ci fu un minuto di raccoglimento per capire cosa stesse succedendo … e quel minuto bastò per tentare di riflettere sul nostro destino per gli anni futuri. Ma nessuno ci capì nulla.
Fu in quel momento che il falso barbone Bisio, il capellone, il rivoluzionario, il sessantottino … colse l’occasione per ritagliarsi uno spazio.
“Statemi a sentire, amici miei …”, disse. “Lasciate stare la politica. Siccome che io sono uno spettacolo nello spettacolo … se mi date 500 € a testa vi organizzo uno spettacolo esilarante e vi preparo un incontro con le persone giuste …”.
Non finì di parlare che si ritrovò lanciato per aria e come un missile stava precipitando in acqua. E si, perché quel viaggio stava diventando costoso. 3.000 € a testa li avevamo dati allo scafista per il traghettamento. Altri 500 € allo scafista per le canzoni, che a gentile richiesta, aveva cantato insieme a quel chitarrista improvvisato! Adesso si presentava pure questo finto barbone che voleva altri 500 €. Ma insomma … con trenItalia, forse si risparmiava qualcosa!
Mentre il Bisio era in volo con atterraggio garantito in acqua, precisò che i soldi servivano per pagare il proprietario di un programma televisivo da ridere.
In una frazione di secondo, successe l’incredibile.
Bisio stava toccando l’acqua, intanto che un acuto squarciava il silenzio. Era l’amichetta segreta del barbone, del finto barbone sessantottino; era l’amichetta ‘Incontrada’ per caso, che reclamava il suo manico di scopa. Nel mentre lo scafista percepì che il programma televisivo da ridere era il suo, dove chi si esibiva pagava fior di euro … e volse lo sguardo verso il Bisio e gli disse, “Torna da me!”.
Bastarono quelle poche parole e lo sguardo intenso di Silvio … e il barbone comunista, non si capì come né il perché, si mise a camminare sull’acqua.
E mentre si avvicinava alla barca, Silvio gli precisò: “Attento … solo per questa volta! Bada che siamo pochi gli eletti che possiamo camminare sulle acque …”
In quel momento Bondi si genuflesse e si segnò tre volte. Era avvenuto il miracolo!
E intanto che io mi alzai in piedi sulla barca e mi misi a gridare: “Silvio, voglio venire anch’io con te, portami con te”, mi sentii battere sulla spalla … mi girai, ma non avevo nessuno accanto.
Continuai ad urlare per attirare l’attenzione di Silvio, lo scafista. Ero in fondo. Forse non mi sentiva. Alzai la voce. ”Silvio”, gli dissi, “perché non mi ascolti? Forse non son degno di partecipare alla tua mensa? Silvio, dì soltanto una parola …” Niente, non mi ascoltava … evidentemente non ero degno o forse non mi sentiva proprio.
“Amore … amore … per favore …!”
Ha parlato, urlai, ma … perché mi dice amore? Un momento … allora non è stato lui…
Ma qualcuno continuava a battermi con la mano sulla spalla …
“Amore … per favore, non urlare …”
Aprii gli occhi … Era la mia adorata moglie che mi stava accanto. Com’era possibile? … e tutti e due eravamo in piedi su un letto. Ma … era il nostro letto matrimoniale. Cosa ci facevamo in piedi sul letto?
La guardai minaccioso. Mi guardò minacciosa. Mi precisò che erano le tre di notte … la gente a quell’ora forse … dormiva, e anche lei voleva dormire.
“E Silvio dov’è?” le chiesi incazzato al massimo.
“Silvio?… Silvio chi?” urlò come una ossessa … con gli occhi sgranati per il mancato sonno.
“Come Silvio chi? Silvio lo scafista, il proprietario del programma televisivo da ridere. Quello dei 3.000 €. Eravamo sulla sua barca … stavamo andando a Milano marittima.”
Mi guardò sorpresa. Si addolcì improvvisamente. Mi fece una carezza amorevole sul viso.
“Adesso dormi amore mio, mi disse, e se ti addormenti subito vedrai che lo raggiungi … perché sarà fermo al porto che ti sta aspettando.
Sante parole! Cuore di moglie … e di mamma. Ne sanno sempre una più dei mariti.
Aveva ragione lei. Aveva proprio ragione lei.
Mi accoccolai. Lei mi rimboccò le coperte … spense le luci.
Io avevo da raggiungere il Silvio lo scafista. Con lui non c’è mai da perdere.

Fine

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