Racconti…amoci in breve
Fiaba in quattro parti
(precedenti in categorie: raccontiamoci
o in fiabe)
Riepilogo
delle parti precedenti
Un
barcone con ottanta persone parte dalla darsena Marianello di Licata per
raggiungere Milano marittima. A Messina c’era ressa per salire sul barcone e
solo due persone ci riuscirono. Un certo Bisio e la sua compagna Incontrada. Il
viaggio proseguì fra conversazioni allegre e scherzose. Superato il parco del
Gargano, all’altezza delle isole Tremiti, nel mare Adriatico, uno degli
scafisti si rivolse ai passeggeri per cercare un chitarrista. Né trovò uno e si
misero a cantare. Nessuno protestò, perché il tizio aveva un’ampia scorta di
uomini vestiti di verde, i quali si misero a raccogliere offerte libere di
almeno euro 100.
Lì
per lì, allo scafista gli venne l’idea, a suo dire grandiosa, di creare un
partito.
Lo scafista. Terza parte
Lo scafista. Terza parte
A un certo punto, il
barbone Bisio si rivelò e disse che lui era un maestro chiaroveggente, però non
riusciva a vedere dove lo scafista avrebbe collocato il partito, se a destra o
a sinistra?
Quella richiesta fu un
punto a suo sfavore, ma lui se ne fregò, perché aveva anche un passato di
militante politico comunista … e disse che si intendeva di gestione politica.
Lo scafista allora gli
precisò che il suo partito si sarebbe collocato a destra, perché i partiti di sinistra
vogliono aumentare le tasse per fregarsi i soldi e costruirsi le ville, mentre
lui le voleva diminuire a tutti, anche a sé stesso.
“E’ vero”, disse una
signora, … a noi, poco fa, ci ha restituito il 3%”.
Silvio arrossì e
timidamente disse: “… è un po’ poco, ma vi prometto che posso fare di più, anzi
alla fine di questo lungo viaggio, proverò a farvi avere una pensioncina per i
disagi che vi ho procurato stipandovi su questa barca”.
Bastarono quelle poche
parole per avere una ovazione in suo favore. Ci furono cori da stadio; quella
frase portò allegria e, capito che aveva la situazione in pugno, disse ancora:
“Chi vuole fare il
ministro nel mio governo?”
Bossi lo guardò
meravigliato, ma anche incazzato. “E noi?”, gli disse.
“Dopo”, gli rispose lo
scafista. Non aveva ancora un partito, ma aveva le idee molto chiare, sapeva
già fin dove voleva arrivare.
Si alzarono
timidamente tre persone. Silvio fece un sorriso con i suoi quarantatre denti, più
due di scorta, e chiese: “Come vi chiamate?”
Il primo sembrava un
capellone come il Bisio, poi si accorsero che aveva il riporto … ma chiese ai
presenti di non rivelarlo a nessuno. “Io
mi chiamo Schifani”, disse “… e ti offro me stesso”.
La frase colpì lo
scafista Silvio, che subito ribatté a pieni polmoni: “ASSUNTO!”
“Io mi chiamo Brunetta
…” disse un altro.
“Brunetta …?” disse Silvio pensoso. “… questo
nome non mi è nuovo!
“Alzati che non ti si
vede …” gli disse qualcuno.
“Sono già in piedi”
rispose Brunetta. “Io sono corto di statura ma lungo di pensiero … e sono pure un
economista!” rispose risentito Brunetta.
“Si, economia davanti
e commercio di dietro” rispose una voce.
“Chi sei, la brunetta
dei ricchi e poveri?”, disse ancora un altro.
“Macché”, gli rispose
quello accanto. “Mi sembra la brunetta che lavora al foro italico di Palermo”.
“Ma che è una
femminuccia, allora?” fece quello di prima. “Mamma, quanto è brutto”!
“Tesoro…”, si alzò un
tizio, anzi una tizia… “Tesoro, cos’hai
contro le femminucce”?
Tutti scoppiamo a
ridere, mentre si senti un fragore intenso … erano i quarantatrè denti, più due
di scorta, dello scafista.
“Signorini, fai
silenzio”, riportando così la calma. “Brunetta, quanto sei alto quando sei in
piedi?”
“Un metro e
quarantasette, comprese le scarpe con le zeppe” rispose quello.
“ASSUNTO!” Ribatté
Silvio, che nelle altezze aveva il punto debole. E intanto si rivolse al terzo.
“E tu, come ti
chiami?”
“D’alema …” rispose.
“D’alema … ?!“ disse
lo scafista. Calò un silenzio glaciale. “... questo nome non mi è nuovo”.
Si alzò un quarto. “Io
lo conosco. E’ un comunista … Li conosco tutti i comunisti”.
“Bravo, mi piaci tu …”
gli disse Silvio, “… come ti chiami?”
“Bondi. C’è chi mi
chiama James Bondi …. Ma tu chiamami: fido”
“Anche lui è comunista
…” riferì D’alema.
“E’ vero …” disse
Bondi. “Però mi pento … giuro … mi pento e dolgo con tutto il cuore … perché da
quando ti ho sentito parlare, ho capito che tu sei il mio punto di riferimento …
la mia luce. Voglio essere tuo discepolo …”
Nel sentire quelle
parole, Silvio si mise a piangere. Non aveva fatto ancora niente e già aveva i
discepoli.
“Bondi …” gli disse,
“… tu sarai sempre al mio fianco”.
“E il comunista …?”
disse sprezzante Bondi.
“Lasciamolo al suo
destino … un giorno mi potrebbe tornare utile.”
Intanto la banda Bossi
& c. , fremevano. “E noi?...”chiesero allo scafista sempre più risentiti.
“Dopo, dopo …”,
rispose seccato Silvio.
Si alzò ancora un
altro … Sembrava un “Imam” dei paesi arabi … Vestito con una tonaca nera, si
rivolse allo scafista. “E io?”
“Tu cosa?”, gli disse
lo scafista.
“Io mi chiamo Baget
Bozzo… so tutto … e soprattutto sono autorizzato a dire tutto.”
“E allora io?...”, disse un grassone che quando
si alzò la barca comincio a ondeggiare tanto che qualcuno cadde a mare …
“Io mi chiamo Ferrara …!”
“Sapete qualcosa di
politica?”, chiese Silvio ai due.
“Cacchio …!” esclamò
Baget Bozzo.
“E’ il mio pane
quotidiano …” disse l’obeso!
“Bene. Bozzo, sei
assunto! E tu, palla di lardo … sarai la mia zavorra. Assunto! Venite che vi
spiego quello che dovrete fare per me.”
Fine terza parte
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