domenica 5 agosto 2012

calciopoli; lotta senza fine


calciomania.oltrelarete..
Anni ‘79-’80. Primo calciopoli.
Invischiati giocatori nel giro della Nazionale di calcio italiana. Alcuni di loro, dopo una lieve squalifica, vengono convocati per i mondiali ’82 in Spagna. L’Italia diventa
campione del mondo con l’allora presidente Pertini sugli spalti a gioire per il trionfo.
La vittoria ci distoglie dalle partite del calcio italiano corrotte. Tutto passa nel dimenticatoio. I condannati vengono osannati e diventano eroi nazionali.
Anno 2006. Ancora partite truccate. Imbarazzanti intercettazioni tra vertici federali, dirigenti di società, arbitri, giornalisti. Schede svizzere, sorteggi arbitrali accomodati, partite sospette. A sguazzare in quel malcostume c'erano Moggi e Giraudo, dirigenti storici della gloriosa Juve, ma non soltanto loro, come dimostrarono i processi sportivi.
La Juve rischiava la C, ma prese subito le distanze dai suoi vecchi dirigenti con John Elkann, poi "chiese" (e ottenne) la retrocessione in B con penalizzazione. Con questo "patteggiamento" pubblico e la rinuncia al ricorso al Tar, la Juve si sottomise alle decisioni della giustizia sportiva.
Anno 2012. Quest'anno, in una stagione non avara di polemiche (dai rigori non assegnati a gol non visti), la Juventus è tornata meritatamente a vincere lo scudetto. Il ventottesimo per la Figc, il trentesimo per il club bianconero, che voleva mettere la terza stella sulla maglia e che, alla fine, ha deciso di togliere anche le altre due, sostituendole con la scritta "30 sul campo". Una soluzione politico-diplomatica che sembrava avere contribuito ad abbassare i toni e a rendere più civile il confronto.
Come non detto. Il calciatore Carobbio ha fatto il nome dell’allenatore juventino Conte (quando allenava il Siena) nell'inchiesta sul calcio scommesse, il giudice Palazzi l'ha deferito e sono tornati a volare le parole grosse. Ancora una volta la Juve nella bufera, paladina dei propri tesserati.
La società calcistica Juve per i propri tifosi è la ‘magica Juve’, il passato è dimenticato. Anzi, hanno subito dei torti e devono essere risarciti. Però oggi gli addetti ai lavori sostengono che dei trenta scudetti juventini alcuni non sono proprio meritati sul campo.
Agli occhi di tutti gli altri sportivi, invece, la Juve è come un ex detenuto, quando tenta di passare inosservato per riabilitarsi e far dimenticare gli errori del passato, ma alla prima occasione quegli errori glieli rinfacciano tutti. E allora ecco che fa la voce grossa per mettere paura a tutti.
Forse l’esperienza non insegna e l’errore grave è solo uno: non aver messo in galera, e buttato via la chiave, tutti i corrotti e i corruttori. Adesso per casi meno gravi, chi patteggia viene condannato a tre mesi di sospensione e a una lieve multa. Ma tre mesi passano presto, il corrotto torna in campo e i tifosi dimenticano.
I calciatori? Braccia sottratte all’edilizia e all’agricoltura.

Nessun commento:

Posta un commento