mercoledì 18 luglio 2012

prima Falcone, dopo Borsellino; maggio-luglio 1992


diciamoglielo…
Chi, voleva dare una punizione ai due magistrati? E’ solo una questione mafiosa? Una risposta al max processo, oppure la politica, insieme a elementi dei servizi segreti (come si dice da sempre), ha giocato le proprie carte per particolari interessi?

Troppi interrogativi dopo vent’anni sono ancora irrisolti. Le stragi in Italia restano sempre impunite, perché probabilmente vi sono coinvolte troppe persone, certamente ad alto livello, per come riportano i giornali. Si vuole destabilizzare lo Stato per mantenere il potere sulle decisioni italiane.
Abbiamo avuto logge massoniche nelle cui liste si sono letti i nomi di politici, banchieri, industriali, e nel cui elenco ci stavano anche elementi dal passato torbido e discutibile. Nomi conosciuti, invischiati in trame contorte di interesse economico personale.
Non appena un magistrato prova ad interessarsi di un politico o di un banchiere, è un destabilizzatore. Quando il magistrato va a toccare un cittadino comune è semplicemente un uomo che applica la legge.
La verità è solo una. Quelle morti sono state vane. Le coscienze sono tornate tranquille e si risvegliano solo per commemorare i due magistrati assassinati, uomini di scorta compresi, dietro l’input di associazioni e/o parenti. E nell’occasione, la passerella politica si mette in moto e i discorsi banali si sprecano.
Si sono fatti processi per vent’anni, ma vedrete che tra qualche anno si rifaranno, perché verranno fuori nuovi pentiti manovrati che rimetteranno in discussione quanto finora trascritto. Ma allora, chi sono i veri colpevoli? Depistaggi e corruzioni non ci permetteranno di sapere mai niente. Troppi interessi attorno a quelle morti.
Abbiamo perso noi cittadini. Colpirne pochi per mettere a tacere tutti. Questo è stato da sempre il progetto politico dei poteri forti.

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