diciamoglielo
Quale fiducia verso i politici per mestiere?
E quale fiducia verso i tecnici burocrati, che hanno lasciato le poltrone di
dirigenti, con stipendi da fare invidia agli ‘sceicchi’, oppure di capo di
gabinetto, all’interno del palazzo, per la nomina di ministro di questa
martoriata Repubblica?
Facciamo due conti.
Gli ultimi trent’anni di
vita politica hanno portato allo sfascio l’Italia. E chi sono i degni
rappresentanti di tale scempio? Gente che viene, a torto o a ragione (?),
considerata statista.
Aiutiamoci, per non sbagliare, con la
consultazione dei dizionari italiani. Questi ci dicono che statista e colui che “dirige uno stato”; “chi è esperto di problemi
giuridici e politici relativi alla direzione e al governo dello stato”.
L’esplosione del debito è avvenuta negli anni
ottanta; aumentava la spesa pubblica (sprechi e spese a volontà; dipendenti
assunti a getto continuo dalla politica; false pensioni di invalidità al sud come
ammortizzatori sociali, etc) e aumentavano gli interessi, cioè debito su
debito.
Guadiamo più da vicino. La spesa si divide in
quella per lo stato minimo (amministrazione, giustizia, difesa), e quella per
lo stato sociale (assistenza, istruzione, previdenza). E l’ultimo governo a spendere molto di più di
quanto incassava è stato il governo Andreotti VII nel 1992, quando si assumeva
a tamburo battente e si sprecava in opere inutili. E da allora, l’Italia non si
è più ripresa. E come si possono dimenticare i Craxi, i Fanfani, i Cirino Pomicino
(ancora in auge), etc.
Si sono succeduti politici su politici, ma
nessuno è stato in grado di mettere un freno a tutto e far ripartire l’Italia. Questi
signori appartengono a quella razza di persone che affermano: “chi campa,
paga”. E chi è il fesso che paga? Indovinello. Abbiamo visto di tutto.
Cocainomani, faccendieri, ladri, corrotti, corruttori, puttanieri. Altri
suggerimenti?
Voglio ricordare che il primo presidente del
consiglio italiano fu un certo Camillo Benso, conte di Cavour, con la proclamazione
del Regno d’Italia (1861). Mentre il presidente del consiglio della I repubblica
italiana fu Alcide De Gasperi (2 giugno 1946). E chi è stato l’ultimo
presidente del Consiglio eletto della repubblica italiana?
Tiriamo avanti e ‘atterriamo’ ancora su
quello che rappresenta la catastrofe di tutti i tempi: il
debito pubblico italiano. I politici italiani per mestiere (sono in
Parlamento da sempre), hanno creato un buco di DUEMILAMILIARDI DI EURO, e
ancora oggi li troviamo nello stesso posto che ‘ciucciano’ dal capezzolo della
‘vacca Italia’. Non hanno dignità di uomini, perché un uomo di valore, in casi
del genere, specialmente quando fallisce in ciò che si era proposto, si fa da parte. Semmai dobbiamo chiederci,
cosa si era proposto? Fare politica per la gente, per il Paese Italia, o … per
se stessi? E quanti sono, nel Parlamento italiano, coloro che sono invischiati
con la giustizia? E perché nessuno abbandona? Questi signori, scusate, questi artisti della politica, danno spallate a chiunque, per non farsi estromettere.
Proposta. Si verifichi lo stato
patrimoniale di tutti gli individui, da trent’anni a questa parte, prima di
entrare in politica, e lo si metta a confronto con quello accumulato nel corso
del loro ‘lavoro di politico per mestiere’. Cosa ne verrà fuori?
E visto che ci siamo, chiudiamo con le frasi,
del primo e dell’ultimo presidente del consiglio, rimaste negli annali.
Alcide De Gasperi: «Un politico guarda alle
prossime elezioni.
Uno statista guarda alla prossima generazione».
Silvio Berlusconi:
«Ronaldinho e' quello che segna in tutte le partite,
e gioca nel Milan, la mia squadra».
Ah, vi siete accorti! Avete
notato anche voi! Bravi.
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