domenica 27 maggio 2012

il falso mito di Yvonne Hopf, la nuotatrice cieca


chi dice donna
Dal settimanale tedesco Der Spiegel si hanno notizie della nuotatrice Yvonne Hopf che alle Paralimpiadi di Atlanta del 1996, a solo 18 anni, vinse cinque ori nel nuoto. Ritenuta cieca, si pensò che, impossibilitata a vedere la piscina,
nuotasse misurando il tempo e lo spazio solo tramite le sue bracciate. E dopo quel trionfo la ragazza sparì e non si presentò quattro anni dopo a Sidney.
Ora si apprende che la nuotatrice è stata un’abile truffaldina. Infatti durante una visita medica, è stato certificato che Yvonne era ipovedente, con una capacità visiva che superava il 10% e quindi di molto superiore ai limiti consentiti per partecipare alle Paralimpiadi. E Yvonne ha pure preso la patente.
Questa notizia segue di poco lo scandalo che vede coinvolta l’atleta olandese Monique van der Vorst, anch’essa campionessa paralimpica, con due argenti a Pechino 2008 nell’handbike.
Nel 2010 l’atleta van der Vorst racconta al mondo di essere stata una miracolata. Da 13 anni costretta su una sedia a rotelle, per una paralisi alla gamba sinistra, ha ricominciato a camminare. L’anno dopo la ‘miracolata’ partecipa alla mini maratona non competitiva di 4 Km a Roma. Ma fu vero miracolo? Qualcuno nutriva dubbi.

Come sempre, però, gli uomini superano le donne e così a Sidney 2000 è successo di peggio: la madre di tutte le truffe.
E’ stato dimostrato che ben dieci su dodici giocatori della squadra spagnola di basket non avevano alcuna disabilità. Ed è stato il giornalista Carlos Ribagorda, che ‘fiutando’ l’inganno era riuscito a diventare membro della squadra e a farne la rivelazione.
In quelle Paralimpiadi lo sport spagnolo conquistò ben 107 medaglie d’oro, ma si scoprì che la Federazione non esigeva dagli atleti nessuna visita specialistica per partecipare alle gare ufficiali, ma solo un’autocertificazione.
A seguito di quella truffa ritenuta “una delle peggiori offese allo sport”, il Cip ha sospeso tutte le gare sportive per atleti con disabilità intellettive e relazionali, che riprenderanno solo quest’anno a Londra.
Qualcuno ha pensato che sulle disabilità è difficile mentire, senza tenere conto che tutto lo sport, abili o disabili che siano, è una macchina di soldi, e non esistono più i valori morali ed etici davanti al denaro.
E’ il caso di dire che non è di solo doping che si bara.

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