mercoledì 9 maggio 2012

il grillo (s) parlante?

diciamoglielo..
Chi ha paura del comico Peppe Grillo e delle sue esternazioni sulla fabbrica politica e del suo indotto? In prima battuta i politici stessi che vedono minare il loro “orticello”, pronto a scoppiargli sotto. A seguire, forse, certi giornalisti asserviti ai partiti.
E’ il caso, oggi, di dire che da quando un noto imprenditore
“scese in campo” con un monologo pre-registrato, il cerone in faccia e una calza sulla telecamera, un po' tutti i politici hanno cominciato a parlare con slogan e frasi vuote di pensiero. Ad essi si sono aggiunti cittadini, finora distanti dalla politica, che vogliono rappresentare oggi il malessere degli italiani tutti. Fra questi il comico Grillo, che facendo il suo mestiere, il comico appunto, li batte in volata. Ed essendo bravo nell’intrattenimento con il pubblico Grillo, di conseguenza, comincia ad essere amato e/o odiato come demagogo, celebrato e/o detestato come “re dell'antipolitica”.
E se i suoi discorsi sono incentrati esclusivamente sulla politica, dipende ormai dallo stato in cui versa la politica. Così mentre i politici esternano su di lui discorsi altezzosi, Grillo punta alla risata attaccandoli con battute sboccate e triviali. Ed ecco che Alfano è “il castoro della libertà”; D'Alema “è uno che si è finto di sinistra essendo di destra”; Bersani è “Bersanetto che non ha più niente da dire”; il nuovo “partito liquido” annunciato dal Pdl è “il partito diarrea”; l'Udc è “Unione dei carcerati"; e così via, fino a Monti: “Rigor Montis fa il contabile, l'esorcista, che fa uno più uno uguale a due e smantella lo stato sociale”; i segretari dei partiti, A-B-C, “non sono grandi leader, sono dementi, dilettanti allo sbaraglio”. E sul governo non dice mai “il governo” ma sempre “i bocconiani del governo”.
Grillo non improvvisa, ripete continuamente e aggiorna il repertorio. Nei suoi discorsi troviamo sempre frasi sull'Imu: “per cercare di calcolarla il mio commercialista è stato costretto ad andare in analisi”; oppure sulle tasse: “se pagassimo tutti le tasse non cambierebbe nulla perché ruberebbero il doppio”.
Contro Grillo si sono levati molti giudizi, diversi in negativo, e il più “marcato” lo ha dato Aldo Grasso, giornalista del Corriere della Sera.
Grillo si era distinto con un programma poco convenzionale, «Te la do io l'America» (1981), e quando fu fatto fuori dalla tv, ha cominciato a intraprendere un lungo viaggio nei teatri, nelle piazze, una sorta di «Te la do io l'Italia», mantenendo intatto il meccanismo di fondo (la perlustrazione dei luoghi comuni), ma acuminando lo sguardo. Come ebbe a dire il grande Dino Risi, «Grillo è più attore adesso che non quando girava film».
Nel frattempo, il commediante è diventato lo spauracchio della politica italiana, il capofila di quell'antipolitica che sta facendo perdere le staffe a molti leader…
E così Grasso conclude: «Te la do io l'Italia» è uno spettacolo triste dove un buffone dice di farsi beffe di altri buffoni, dove il malumore e la rabbia si travestono da ultima risata, dove il «vaffa» esprime l'inconfessabile esultanza del proselitista, felice di incatenare gli altri nel nome della libertà”.
A Palermo Grillo ha espresso un paragone piuttosto forte, che ha fatto scalpore: “La mafia non ha mai strangolato il proprio cliente, la mafia prende il pizzo, il 10%, qui siamo nella mafia che ha preso un’altra dimensione: strangola, strangola la propria vittima”. Queste affermazioni hanno suscitato un mare di polemiche, e un coro di proteste si è levato anche dai familiari di vittime della mafia. 
Però comico genovese controbatte e rincara la dose: "Honi soit qui mal y pense", ovvero "sia dannato chi pensa male", e risponde alle polemiche innescate dalle sue parole. "La mafia ha tutto l'interesse a mantenere in vita le sue vittime. Le sfrutta, le umilia, le spreme, ma le uccide solo se è necessario per ribadire il suo dominio nel territorio. Senza vittime, senza pizzo e senza corruzione come farebbe infatti a prosperare? La finanza internazionale non si fa di questi problemi. Le sue vittime, gli Stati, possono deperire e anche morire. Gli imprenditori possono suicidarsi come in Grecia e in Italia. Questo è il senso delle mie parole a Palermo. Honi soit qui mal y pense".
Intanto ieri sera (6 maggio), sono venuti fuori i risultati delle elezioni amministrative e il botto è stato “deflagrante”. Ma di questo parleremo più in là.
Ma ai cittadini Grillo cosa trasmette? Veramente egli sta interpretando i sentimenti di parecchi milioni di italiani verso coloro che hanno portato l’Italia allo sbando economico e culturale? Cosa ne pensate?

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