calciomania.oltrelarete..
Un bando del Ministero della Giustizia prevede che per
far parte del corpo di polizia penitenziaria, essere calciatori vale più di un
laureato. Lo ha segnalato un servizio delle “Iene” del 15 marzo scorso,
successivamente ripreso da “ilfattoquotidiano.it”.
In pratica ai fini della graduatoria finale contano poco
laurea (1 punto) o master (0,5 punti), rispetto alla partecipazione a un
campionato di serie C
(8 punti), di serie B (12 punti) per non parlare di una convocazione in nazionale che garantisce 25 punti.
(8 punti), di serie B (12 punti) per non parlare di una convocazione in nazionale che garantisce 25 punti.
Il concorso è stato creato per risollevare le sorti dell’Astrea, squadra di calcio di serie D di proprietà del dicastero di via
Arenula (Ministero della Giustizia).
I vincitori del bando, vengono inquadrati come dipendenti della polizia
penitenziaria. Lo
stipendio fisso, attualmente, non è di quelli che fanno girare la testa nella
categoria, dai 1300 ai 1800 euro, per sole due ore al giorno di allenamento e
con le trasferte considerate alla stregua di missioni. Quello che fa la
differenza, però, è che alla fine della carriera sportiva per i giocatori
dell’Astrea non ci sarà nessun patema d’animo su cosa fare da grandi: saranno
assegnati a lavoro d’ufficio in istituti penitenziari o comunque nel corpo
della polizia penitenziaria.
Le squadre di calcio fanno ampio ricorso alle
sponsorizzazioni e, soprattutto, ai presidenti che mettono mano al portafoglio.
L’Astra, invece, di sponsor non ne ha. Lo statuto della squadra (art. 11) dice che i fondi si basano su
“somme stanziate sui capitoli di bilancio passivo del ministero della
Giustizia che consentono l’imputazione della spesa” e poi “fondi erogati
dall’Ente assistenza per il personale dell’Amministrazione penitenziaria” oltre
che a contributi di Figc e Coni e introiti derivanti da vendita di biglietti e
cessione di diritti televisivi e radiofonici.
Il presidente della “Forza e Coraggio” squadra anch’essa di serie D, Massimo Taddeo, ha dichiarato a “ilfattoquodiano.it”: “Certo che se una squadra può
offrire ai giocatori qualcosa come una sistemazione per la vita è avvantaggiata
rispetto alle altre. Pensare che una squadra possa avvalersi, anche in misura
minima, di soldi pubblici, è tutt’altro che simpatico”.
La notizia dell'Astrea "squadra a statuto speciale" non è piaciuta a nessuno, ed è partita una petizione su internet per chiedere a ministero che cessino le assunzioni di calciatori e il finanziamento con soldi pubblici.
Quando Francesco Guccini cantava che “la mamma
aveva ragione nel dire che un laureato vale più di un cantante”, non aveva
minimamente considerato che la mamma potesse trascurare i calciatori. Altri
tempi. Ma oggi il "basta assunzioni" avrà successo? Cosa ne pensi?
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